"Guarda, mi disse, le feroci Erine. Questa รจ Megera dal sinistro canto: Quella, che piange dal destro, รจ Aletto: Tesifone รจ nel mezzo: e tacque a tanto. Coll'unghie si fendea ciascuna il petto; Batteansi a palme, e gridavan sรฌ alto, Ch'io mi strinsi al Poeta per sospetto. Venga Medusa: sรฌ 'l farem di smalto, Dicevan tutte riguardando in giuso: Mal non vengiammo in Teseo l'assalto" *Inferno, Canto IX, v. 45-54 La Divina Commedia, Dante Alighieri.)
L'antica Grecia ci ha portato molti degli dรจi oscuri ctonici, pronti a riportare l'ordine nell'umanitร attraverso atti di vendetta.
I tre antichi spiriti, conosciuti come le Erinni (le Furie) erano forze di punizione personificate. Punivano azioni imperdonabili come l'omicidio, il parricidio, le offese contro gli dei. Le tre Furie servivano come un modo per una persona di ottenere la punizione invocandole. Hanno portato miseria e sofferenza a coloro che non potevano chiedere giustizia in nessun altro modo.
Sappiamo che 'Furie' รจ il nome romano delle Erinni "le colleriche", divinitร del mondo sotterraneo, personificazione della maledizione e della vendetta, che, nel loro aspetto benevolo, erano dette Eumenidi.
Secondo Esiodo sono figlie di Gea (la terra), nate dal sangue di Urano mutilato dal figlio Crono. Le tre furie, conosciute come Alekto (l'infinito) Megeaera (rabbia gelosa) Tisiphone (distruzione vendicativa) erano spesso ritratte come creature simili a streghe. La poesia o canto qui sotto presentata รจ stata creata da Eschilo, considerato il padre della tragedia greca. Questa poesia fa parte di una storia chiamata 'Le Eumenidi'.
ร una storia di giustizia e punizione che mostra come le forze del destino possono intervenire nel processo di servizio della giustizia. In questa storia, un uomo di nome Oreste ha ucciso sua madre nel tentativo di rivendicare il suo trono dopo essere stato bandito da lei. Le Furie vengono evocate dal fantasma della madre di Oreste che cerca vendetta contro il suo omicidio.
Nelle Eumenidi Oreste venne perseguitato da queste tre figure ctoniche poichรจ le Erinni vennero istigate dall'ombra di Clitennestra.
La scia di sangue sembra destinata a continuare proprio dai tre oscuri spiriti di vendetta, a questo punto Eschilo introdurrร nella tragedia Apollo, il quale ordina che la sorte dell'eroe sia giudicata, pertanto decisa dal tribunale dell'Areopago, ossia un'istituito situato ad Atene. Qui Oreste verrร assolto con il voto determinato proprio dalla dea Atena, colei chs placherร le Erinni e le indurrร di conseguenza a trasformarsi in Eumenidi cambiando nella maniera drastica la loro personalitร vendicativa in positiva ("divinitร benevole")
~๐๐๐ง๐ญ๐จ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐ ๐ฎ๐ซ๐ข๐ Alzati e guida la danza del destino! Alza il canto che i mortali odiano! Dรฌ quali sono i nostri diritti sulla terra, su tutta la nascita umana. Veloci nella vendetta siamo noi! Colui le cui mani sono pulite e pure, non ha da temere la nostra ira; Calma i suoi giorni senza nuvole. Ma l'uomo che cerca di nascondersi Come un codardo ha le mani ricoperte di sangue, I vendicatori di sangue sono i testimoni, di colui che si ricopre le mani di sangue La truppa delle Furie resisterร per sempre. Prima che la nostra vittima venga iniziata Vieni, canta l'incantesimo, Tutto รจ Frenetico ed esasperante, Al cuore un marchio di fuoco, L'inno delle Furie, Ciรฒ che reclama i sensi offuscati, Intonato alla dolce lira, Inaridisce l'anima interiore . L'orgoglio di tutta la nascita umana, tutto glorioso agli occhi del giorno, si scioglie lentamente, calpestato sulla terra, ogni volta che la nostra truppa oscura avanza, i nostri piedi guidano le danze lugubri. Per la luce i nostri passi, perfetta รจ la nostra potenza, orribili ricordi di colpa e delitto, implacabile alla preghiera mortale, lontani dagli dei, non onorati e dalla luce del cielo, teniamo le nostre dimore senza voce nel terrore, tutti non avvicinati dai vivi o dai morti. Ciรฒ che mortale non prova timore reverenziale, nรฉ trema al nostro nome, udendo sublime il nostro potere nominato dal destino, Fissato dalla legge eterna. Per l'antico dio, i nostri servigi, la nostra fama, non potrebbero mai mancare i suoi dovuti onori, sebbene sotto la terra il nostro regno impallidisca al suo cospetto. La tragedia prende il nome dalle Erinni, ossia le Furie, le dee vendicatrici dei crimini verso la famiglia e i mortali, le quali erano chiamate anche Eumenidi (ossia "le benevole") quando erano in atteggiamento positivo, furono chiamati spiriti oscuri che venivano chiamati a vendicarsi nei tempi antichi. In questa terza parte dell'Orestea viene narrata la persecuzione delle Erinni nei confronti di Oreste a seguito dell'omicidio della madre Clitennestra per vendicare il padre Agamennone, che culmina nella celebrazione di un processo presso il tribunale dell'Areopago.Tale giudizio, che vede le Erinni stesse come accusatrici, Apollo come difensore e Atena a presiedere la giuria, termina con l'assoluzione di Oreste, grazie al voto favorevole di Atena. ๐ฌ๐๐๐๐๐๐ ๐ณ๐๐๐๐๐๐๐
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